L’ortodontista nell’infanzia e nell’adolescenza (età evolutiva) affianca e completa le prestazioni del pedodontista (odontoiatra pediatrico).
Entrambe le professioni prevedono un percorso di formazione dedicato, paragonabile alla medicina generale dove abbiamo il pediatra prima, il medico di base poi.
Spesso il genitore è focalizzato su quali e quanti apparecchi saranno utilizzati per il proprio bambino.
In ortodonzia gli apparecchi proponibili possono essere tanti: l’esperienza del medico, e un’accurata analisi del caso, porterà a scegliere il trattamento ortodontico ideale.
“Cos’è una terapia ortodontica?”
E’ un percorso terapeutico che si propone di correggere dei problemi di malocclusione attraverso l’utilizzo di un dispositivo ortodontico: seguendo il paziente dall’infanzia al termine dello sviluppo, in fase di terapia possono essere necessari più apparecchi, fissi o mobili, applicati nei diversi momenti di crescita.
FASI DELLA TERAPIA
Lavorare per “fasi” riduce al massimo il disagio della terapia seguendo lo sviluppo del bambino per ridurre al minimo i tempi di cura.
- Una prima fase, mirata a riequilibrare la crescita, è quella della terapia intercettiva.
“Perché è importante la terapia intercettiva?”
Per prevenire una malocclusione, per evitare il peggioramento di una malocclusione, per semplificare una seconda fase di trattamento.
- Segue una fase di stabilizzazione in attesa dell’avanzamento del cambio dei denti e della crescita. In questo periodo il bimbo viene controllato periodicamente a 3 o 6 mesi, è libero da apparecchi o porta solo dispositivi notturni.
- Una seconda fase attiva ortodontica è spesso necessaria per ottenere un buon allineamento dei denti e una buona occlusione finale.
Questa inizia solitamente quando il cambio dei denti è completato e viene effettuata con apparecchi ad azione costante.
È il momento dell’apparecchio ortodontico più noto: “le piastrine ai denti” che oggigiorno possono, in alcuni casi, essere sostituite dai più estetici “allineatori invisibili”.
“Per quanto tempo?”
E’ la domanda che sempre viene fatta: DIPENDE!
Dipende dai problemi che restano ancora da risolvere, dalla collaborazione, dalla risposta individuale alla terapia.
Terminata questa fase i nostri giovani sono ormai alle scuole superiori.
Ma non hanno portato sempre apparecchi!
- L’ultima fase è quella del mantenimento: a oggi nessuna ricerca ha potuto stabilire con certezza quanto resta “ferma” la posizione finale dei denti raggiunta con la terapia ortodontica.
Abbiamo seguito il nostro giovane paziente dalla prima infanzia al suo primo amore…ma non abbiamo lavorato da soli…!
La collaborazione tra ortodontista, pediatra, osteopata, oculista, otorino, logopedista … gli specialisti di quella realtà così complessa che è la crescita oro-facciale, all’interno di una realtà ancora più complessa quale è la crescita dell’uomo, è determinante per il miglior esito.
Abbiamo lavorato con la collaborazione dei nostri pazienti e i loro genitori!
Intervenire precocemente è fondamentale anche nella prevenzione dei danni da traumi dentali.
L’eccessiva sporgenza degli incisivi superiori o il loro non allineamento porta a frattura o perdita degli stessi in caso di incidenti anche banali.
Ricordiamo che il dente non rigenera: una volta danneggiato può essere “riparato” ma un dente non guarisce.
Nella relazione coi nostri giovani pazienti cerchiamo di trasmettere loro questa consapevolezza: i denti non guariscono!
Nel dare ai bambini una maggiore conoscenza di loro stessi e delle strategie che possono utilizzare quotidianamente, vogliamo trasmettere il concetto che attività “noiose” come lavarsi i denti (punto di forza della prevenzione) o “gradevoli” come mangiare dolcetti (punto di debolezza) possono integrarsi.
Che la “scomodità” di un paradenti preserva dal danno più grave che è la lesione del dente stesso, che il disagio dell’apparecchio ortodontico oggi ha come obiettivo la contentezza di un bel sorriso poi.
