“Cos’è l’endodonzia?”
L’endodonzia è la branca dell’odontoiatria che risolve l’infiammazione del tessuto pulpare.
Il tessuto pulpare è la parte vitale del dente caratterizzato dalla presenza di nervi e vasi.
“Perché avviene l’infiammazione?”
Le cause possono essere:
- a seguito di carie;
- per iperstimolazione chimica;
- per iperstimolazione termica;
- per iperstimolazione fisica.
“Causa dolore?”
Il più delle volte si presenta con dolore che può essere solo un leggero tedio o arrivare a un dolore molto importante che non ti fa dormire. In questo caso è possibile che la pulpite sia complicata dalla presenza di un ascesso dentale.
Può anche essere asintomatica e rendersi evidente solo quando un’indagine radiografica evidenzia la presenza di un granuloma apicale.
“Come si cura?”
In tutti i casi la terapia consiste nell’asportare il tessuto pulpare, disinfettare il lume ove tale tessuto risiedeva e otturare lo spazio che occupava.
Tale procedura è comunemente conosciuta come “devitalizzazione, cura canalare, terapia endodontica”.
Spesso è necessario associare alla cura ambulatoriale anche una terapia antibiotica domiciliare.
“Quali sono i benefici relativi alla terapia?”
La conservazione del dente e l’eliminazione dell’infezione e di conseguenza la risoluzione dell’infiammazione e del dolore derivante dalla patologia dentale.
“Ci sono dei rischi?”
I rischi sono relativi a:
- inevitabile impiego di anestetico locale, con o senza vasocostrittore al quale soggetti allergici, affetti da patologie renali, cardiache o endocriniche, stato di gravidanza possono risultare particolarmente sensibili;
- possibilità di ferite accidentali sulle mucose causati dagli strumenti manuali o meccanici (es piccole abrasioni o tagli);
- eventualità di ingestione accidentale di fresette o particolari minuti (seguono il normale transito intestinale);
- possibile frattura di strumenti endodontici all’interno del canale radicolare.
“Quali sono i possibili effetti collaterali?”
- è possibile che il paziente senta il permanere, per un tempo più o meno lungo di sensibilità dentale;
- in terapia canalare è possibile avvertire temporaneamente sintomi spiacevoli, quali ad esempio dolore, sensazione di allungamento/mobilità del dente;
- in rari casi si può sviluppare una batteriemia, che si risolve immediatamente con l’assunzione di antibiotico.
I denti devitalizzati sono più fragili del normale perché erano già compromessi dalla carie e perché l’assenza della vascolarizzazione determina un mancato nutrimento del dente stesso.
A seguito della devitalizzazione è consigliato ricoprire il dente con una corona protesica, per aumentarne la resistenza nel tempo.
“Cosa fare dopo l’intervento?”
Nei giorni seguenti il trattamento è opportuno che il paziente
- eviti di ingerire sostanze troppo calde o troppo fredde, nonché alimenti solidi e liquidi idonei ad alterare il colore dell’otturazione (caffè, coca cola, etc…);
- l’igiene orale, come sempre, dovrà essere scrupolosa.
Dopo una qualsiasi cura odontoiatrica il dente non è protetto “a vita” da altre carie, poiché smalto e dentina originali continuano ad essere esposti a tutti gli agenti patogeni e non che risiedono nel cavo orale. È quindi indispensabile sottoporsi a periodiche sedute di igiene orale ambulatoriale che, oltre a verificare l’assenza di nuove patologie, controlleranno stabilità ed efficacia delle sigillature ottenute con le otturazioni.